You don’t want me to be wise

Savia non mi vuoi:
per questo la notte il mio dualismo
mi solletica i piedi
e lo lascio fare.

Mi sdoppio e non sono
uno scherzo dei tuoi occhi!

Borderline e felice di esserlo,
bipolare, fibromialgica e spasmofilica:
un tripudio di magagne che fanno il mio fascino.

Mastico un fetido sigaro
e sorseggio whisky torbato
mentre parlo con il mio cervello svitato.

Perché i dialoghi si sono riaperti:
parole, neologismi e metafore scorrono a fiumi.

Sono torrenti in piena,
dove affogano antichi timori e
schizzano i falsi salvagenti del passato.

Mastico un fetido sigaro
e sorseggio whisky torbato
mentre parlo con il mio cervello svitato.

My puzzle

Pensavo che il mio puzzle potesse avere un senso compiuto,
ma ora l’incertezza mi consuma e deteriora la mia lucidità.
Inespresso, ancora incastrato nei meandri del cuore e dell’anima,
oppure ancora troppo sapientemente celato.
E’ un dialogo di retroversie, di inganni e di sorprese dolorose,
quello dell’anima che gioca nei momenti più imprevedibili a pescare
dall’inconscio i nostri veri pensieri, quelli che cerchiamo invano
di soffocare, ma che poi, all’improvviso, si ribellano e da vittime
diventano persecutori e ,allora, sono loro a soffocarti.
Frammenti inframezzati da momenti di serena unità: li ho visti!
Mi sono guardata e specchiata in uno specchio scheggiato a cui mancano
dei pezzi introvabili o inconfessabili.
Ho visto una grande matrioska, con un sfondo nero ravvivato da macchie
gialle, rosse e arancio.
Mi sono aperta, per trovare all’interno di ogni pezzo una miriade di altri
cocci dai contorni irregolari e pungenti, ma ancora non ho trovato
la forza e il calore del fulcro.
Non so quanto tempo passerà ancora prima di incontrare veramente me.