Let me live!

Negli inferi della mia dimora
infestata di elucubrazioni
non c’è più spazio per il calore.

Gli spettri giocano sui mobili,
mi tirano i capelli
e si specchiano davanti
ai mille specchi
appesi sbiechi e sbilenchi.

Il sabato si infilano i miei stiletti fetish,
la domenica cadono esangui
su un letto sfatto.

Dal lunedì al venerdì,
buttandosi alle spalle
bagordi osceni e vuoti,
indossano maschere gotiche,
inforcano occhiali stilosi,
si chiudono in mises ipocrite.

Si lasciano vivere in
catatonica nullità,
tra rumori di unghie spezzate
sulla tastiera del Mac,
conversazioni in chat
e posts ludicomaniacali…

…Si, loro, gli spettri,
che si sono seduti
sopra le mie ginocchia,
a nutrirsi dei miei capezzoli
e a fagocitarmi.

Ma io voglio denudarmi
e camminare nel sottobosco,
farmi verme nella terra,
sparire da questa caducità
e ritornare alle radici
di alberi nodosi e fragranti,
spogliarmi degli orpelli
di una quotidianità fatiscente
per nutrirmi di humus
fragrante e rugiadoso,
briciola nelle innumerevoli briciole della terra.

THE NOISE OF THE SEA

Sbatti fragorosamente sui ciottoli…
infuriato li schiaffeggi.
Mi schizzi e il tuo rumore
mi racconta che vorresti portarmi con te.
Io, invece, ti osservo da qui e vedo
il turbine dei miei pensieri, dei miei errori.
Mi sento parte di te,
ma non in tua balia,
so che lambirai le mie caviglie
mentre mi allontanerò
e che questa notte quando appoggerò
l’orecchio al mio cuscino,
sentirò il tuo suono
come dentro ad una conchiglia,
come un monito a non lasciarmi
travolgere da ciò che non mi piace di me.