Fuoco che arde ma non trova spazio, conosce solo la potenza dello scoppio e viene sedato da un'ondata di inutilità, di mancanza di energia che smorza più dell'acqua. Ciò che avvampa non trova più un collocamento, se non dentro le viscere e strugge i pensieri che si consumano in un grigiore di cenere e polvere sottile cancerogena, che è avvolgente manto e coltre di asfissia. E, dopo implosioni squassanti, arriva la corrosione lenta, silente, come uno stillicidio di piccole dosi che non lasciano traccia, se non agli occhi di chi è pronto a cogliere i segni di un'anima minata dai desideri trasgrediti dagli assassini e i persecutori della libertà dell'estro.
Category: Attualità
Misleading migrations
Speranza coltivata per un tempo indefinito
fa specchio all’impossibilità
di accettare l’inaccettabile,
si dissolve in illusione,
gioca di similitudine
con le bolle di un bimbo
che non ha più infanzia.
Noi, schiacciati in un ingranaggio
di nome ghetto,
davanti al quale si ergono
muri invisibili, fatti di
giudizi affrettati, salari miseri,
risate di scherno.
Noi, anime alienate,
in mezzo a valige sfatte
e progetti infranti.
I sapori si dimenticano
dolorosamente in mezzo agli indigeni.
Fame di sole,
noia di pioggia che picchietta
leggera, ma insistente,
fino a marcire le fibre
di un’esistenza fin troppo lontana.
Let me live!
Negli inferi della mia dimora
infestata di elucubrazioni
non c’è più spazio per il calore.
Gli spettri giocano sui mobili,
mi tirano i capelli
e si specchiano davanti
ai mille specchi
appesi sbiechi e sbilenchi.
Il sabato si infilano i miei stiletti fetish,
la domenica cadono esangui
su un letto sfatto.
Dal lunedì al venerdì,
buttandosi alle spalle
bagordi osceni e vuoti,
indossano maschere gotiche,
inforcano occhiali stilosi,
si chiudono in mises ipocrite.
Si lasciano vivere in
catatonica nullità,
tra rumori di unghie spezzate
sulla tastiera del Mac,
conversazioni in chat
e posts ludicomaniacali…
…Si, loro, gli spettri,
che si sono seduti
sopra le mie ginocchia,
a nutrirsi dei miei capezzoli
e a fagocitarmi.
Ma io voglio denudarmi
e camminare nel sottobosco,
farmi verme nella terra,
sparire da questa caducità
e ritornare alle radici
di alberi nodosi e fragranti,
spogliarmi degli orpelli
di una quotidianità fatiscente
per nutrirmi di humus
fragrante e rugiadoso,
briciola nelle innumerevoli briciole della terra.
A wrong life
Clessidra di sabbia che scendi lentamente,
come l’attesa che passi
un dolore sordo e insistente:
mi siedo alla stazione per rendermi conto
che ho sbagliato i tempi.
Non c’è sincronia in questo sbaglio di vita, ma schiaffi per scalfire ostinatezza,
dolore per fendere le corazze
e silenzi per freddare improperi.
Modern zombies
Siamo tutti alla deriva
nella terra bruciata dalla casta degli intoccabili.
Di questa piramide siamo la base “disperazione” e da qui subiamo la punta “tirannia”.
Camminiamo esangui,
ma non possediamo nemmeno
la fame di sangue dei vampiri.
Intuiamo di essere stati altro,
ma non sappiamo bene chi.
Cerchiamo la memoria
perché è la risposta,
perché contiene il succo
del nostro cervello lobotomizzato.
Richiamiamo inconsapevolmente
gli archetipi delle origini
con ululati che riecheggiano
simili agli spirituals delle navi negriere
e si ricongiungono,
come uno scherzo di fisica quantica,
a brandelli di anime e cuori spezzati,
dispersi in altre dimensioni.
Richiami disperanti di flussi di coscienza:
non possiedono il lessico espanso di Joyce,
ma le forze primordiali creatrice e conservatrice dell’esoterico triangolo
e non la mediazione incontro
e leva al cambiamento.
Che palude!
You don’t want me to be wise
Savia non mi vuoi:
per questo la notte il mio dualismo
mi solletica i piedi
e lo lascio fare.
Mi sdoppio e non sono
uno scherzo dei tuoi occhi!
Borderline e felice di esserlo,
bipolare, fibromialgica e spasmofilica:
un tripudio di magagne che fanno il mio fascino.
Mastico un fetido sigaro
e sorseggio whisky torbato
mentre parlo con il mio cervello svitato.
Perché i dialoghi si sono riaperti:
parole, neologismi e metafore scorrono a fiumi.
Sono torrenti in piena,
dove affogano antichi timori e
schizzano i falsi salvagenti del passato.
Mastico un fetido sigaro
e sorseggio whisky torbato
mentre parlo con il mio cervello svitato.
Rap poem
From the hospital window
C’è la vita fuori da questa finestra,
ci sono i sussurri del vento
negli abbracci degli alberi.
Ci sono stati per tanti giorni
i miei pensieri posati sui tetti
di queste case nella notte,
come il mio capo su un guanciale
mai abbastanza ristoratore,
e ripresi all’alba.
C’è la distesa del cielo
e la libertà degli uccelli.
E domani ci sarò anch’io
e potrò portare via i miei pensieri,
rinati a nuova vita
e potrò vivere più di prima,
ascoltare più attentamente
la voce del vento,
spiccare il volo e fondere
la mia anima con il canto
degli uccelli e l’immensità del cielo.
Tramps by choice?
Mi muovo in questo mondo
senza un sogno da realizzare
se non quello di non
essere guardata con disprezzo.
Il freddo perseguita le mie ossa,
la fame contorce le budella.
Potrei vendermi per due soldi
o vendere per due soldi polvere
bianca tagliata con veleno ad altri
disperati come me….
potrei salire all’ultimo piano di
un palazzo fatiscente e volare
nel nulla, senza pensieri se
non quello di quello di sfracellarmi
nell’oblio…..
Potrei ancorarmi al limbo del nulla
diventando catatonica fino a non
sentire più lo stimolo a vivere,
spegnendomi poco a poco
nell’indifferenza generale…
Potrei, ma se devo faticare a vivere,
allora preferisco farlo a modo mio…
1000 ROBINS
1000 riflessi chiari negli occhi cerulei offuscati dalle ombre scure di chi ha vissuto e interpretato mille vite fino a confondersi. 1000 pensieri, parole, espressioni e gesti esplosi con la forza di un fuoco d'artificio e ricaduti nella profondità fagocitante delle elucubrazioni.