You don’t want me to be wise

Savia non mi vuoi:
per questo la notte il mio dualismo
mi solletica i piedi
e lo lascio fare.

Mi sdoppio e non sono
uno scherzo dei tuoi occhi!

Borderline e felice di esserlo,
bipolare, fibromialgica e spasmofilica:
un tripudio di magagne che fanno il mio fascino.

Mastico un fetido sigaro
e sorseggio whisky torbato
mentre parlo con il mio cervello svitato.

Perché i dialoghi si sono riaperti:
parole, neologismi e metafore scorrono a fiumi.

Sono torrenti in piena,
dove affogano antichi timori e
schizzano i falsi salvagenti del passato.

Mastico un fetido sigaro
e sorseggio whisky torbato
mentre parlo con il mio cervello svitato.

From the hospital window

C’è la vita fuori da questa finestra,
ci sono i sussurri del vento
negli abbracci degli alberi.
Ci sono stati per tanti giorni
i miei pensieri posati sui tetti
di queste case nella notte,
come il mio capo su un guanciale
mai abbastanza ristoratore,
e ripresi all’alba.
C’è la distesa del cielo
e la libertà degli uccelli.
E domani ci sarò anch’io
e potrò portare via i miei pensieri,
rinati a nuova vita
e potrò vivere più di prima,
ascoltare più attentamente
la voce del vento,
spiccare il volo e fondere
la mia anima con il canto
degli uccelli e l’immensità del cielo.