Strade sterrate e sentieri tortuosi per arrivare.
Piedi stanchi da trascinare,
calli profondi da estirpare.
Come edere usurpatrici dell’attimo,
pensieri nel bugigattolo.
Giorni grigi e biascicati
mi consumano il futuro
con clessidre dal volto rugoso e duro.
Orologi stirati di Dalì,
nere nubi come fumetti dei miei pensieri
e non solo il venerdì.
De Chirico nei miei incubi su della vita il non senso.
Non trovano fusione nella fissità dell’immenso
gli orologi con lancette in bilico tra passato e futuro.
E le vedete le parole scritte in cielo voi
o accettate l’enigma denso e scuro?
Stiracchiate gli occhi e
strabuzzate le orecchie
per captare l’incaptabile?
Io l’ho fatto per tutta la vita mia,
per questo, forse, ora vorrei l’eutanasia.