Fuoco che arde ma non trova spazio, conosce solo la potenza dello scoppio e viene sedato da un'ondata di inutilità, di mancanza di energia che smorza più dell'acqua. Ciò che avvampa non trova più un collocamento, se non dentro le viscere e strugge i pensieri che si consumano in un grigiore di cenere e polvere sottile cancerogena, che è avvolgente manto e coltre di asfissia. E, dopo implosioni squassanti, arriva la corrosione lenta, silente, come uno stillicidio di piccole dosi che non lasciano traccia, se non agli occhi di chi è pronto a cogliere i segni di un'anima minata dai desideri trasgrediti dagli assassini e i persecutori della libertà dell'estro.